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Mazzanti mostre itineranti

IL MESSAGGERO

Mazzanti, mostre itineranti
per i trent’anni di fotografie

di SIMONA SPAGNOLI

IL VARO di Azzurra, la prima sfidante italiana alla Coppa America, fu per Pesaro un formidabile palcoscenico internazionale. Molte delle immagini di quel 19 luglio 1982, con lo scafo uscito dal cantiere Yachts Officine dell'ingegner Cobau, erano di un giovane fotografo, il pesarese Paolo Mazzanti, allora agli esordi. Tra centinaia di scatti, i suoi furono scelti personalmente dall'Aga Khan e dalla moglie Begum Salima. Per Mazzanti fu il segnale: disse addio definitivamente agli studi di architettura, già messi da parte, per dedicarsi anima e corpo alla macchina fotografica con la quale celebra quest'anno un'unione trentennale. Il traguardo sarà suggellato da una serie di eventi che prendono il via sabato alla galleria Lo Spazio di Brescia (ore 18), con la mostra intitolata Entro l'esterno, con trenta fotografie di grande formato dedicate al tema dei fenomeni naturali e del paesaggio. «Se guardate la natura — ha detto Mazzanti — vi rendete conto che ogni sua parte, ogni cambiamento di colore, ogni struttura è assolutamente essenziale per il successo di qualsiasi interpretazione estetica e rappresentazione visiva». E' così che nelle sue opere l'universo diventa un'architettura biologica, e la lente dell'obiettivo fotografico si trasforma in quella di un microscopio capace di cogliere una materia che continua a vivere nelle sue forme più naturali e creative, imprevedibili e liriche. Dopo Brescia, Mazzanti esporrà a Torino (13 dicembre), per poi spiccare il volo oltreoceano, dove sarà nel New Jersey e a New York con la raccolte di opere dal titolo Sense of approach, che rappresenta anche il suo manifesto artistico. E' infatti approdato al paesaggio dopo aver toccato tutti le dimensioni possibili dell'immagine: still-life, arte, architettura, reportage, moda, editoria, ritratto, pubblicità, regia. Ha lavorato per grandi industriali, da Scavolini a cuochi celebri come Gualtiero Marchesi, testate celeberrime del calibro di Vouge, artisti come Giuliano Vangi, Nani Valentini, Mimmo Rotella. Ma, alla fine, è ritornato al vecchio amore, la natura. «Immagino che Paolo Mazzanti scopra la vita segreta delle cose – scrive la critica Lea Mattarella sul sito dell'artista - che inquadra osservandole a lungo in silenzio. E cogliendo pazientemente ciò che, piano piano, queste gli rivelano».

RIPRODUZIONE RISERVATA 11 - 11 -2010

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