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Fotografia Pubblicitaria – Fotografia Commerciale – Fotografia Industriale

Le due Ferrari.

Milano Pesaro Bologna Roma Firenze Torino Venezia.

Negli anni ’80 vi erano grandi spazi di lavoro per la fotografia pubblicitaria, fotografia industriale e fotografia commerciale. Agenzie di pubblicità, agenti, art-director, addetti stampa erano alla ricerca di fotografia, di fotografi di talento.

Ma la cosa che era richiesta: qualità.

La prima cosa che faceva un art-director quando gli mostravi una lastra, una diapositiva, un fotocolor, un diacolor era quella di tirar fuori un lentino contafili e guardare l’originale per verificare che tutto fosse a posto. Non esisteva Photoshop, tutto doveva essere perfetto e di qualità, semplicemente perché la totalità del materiale fotografico andava stampato in litografia, dalle brochure alle pagine pubblicitarie, dalle gigantografie ai manifesti stradali.

Organizzare e attrezzare uno studio fotografico comportava un notevole impegno economico ed era determinante fare scelte startegiche sulla tipologia di attrezzature, adeguata ai generi fotografici che si andavano a proporre.

Per poter scegliere le attrezzature più idonee creai una base a Milano e spesso andai a fare sopralluoghi sia presso gli importatori che presso i più grandi studi fotografici che si dedicavano alla fotografia pubblicitaria. Andai alla Mondadori, a Super Studio, da Bitetto e Chimenti,  Ballo, Giac Casale, Fabrizio Ferri, Giovanni Gastel e tanti altri. Optai per sistemi top garanzia di qualità, espansione e durata nel tempo. Feci scelte di omogeneità cromatica e coerenza. Ottiche Zeiss per il 24x36 e 6x6, quindi Contax e Hasselblad. Mentre per i sistemi superiori andai su Sinar con ottiche Rodenstock già adatte per i formati 4x5” (10x12), 5x7” (13x18), 8x10” (20x25).

Era “facile lavorare” allora, era sufficiente far vedere cosa sapevi fare mostrando qualche immagine di quelle che avevi realizzato che il lavoro era assicurato. Oltre al mercato milanese, cuore della fotografia in Italia, arrivavano richieste di servizi da quasi tutto il territorio nazionale, magari sempre inviato da un’agenzia di Milano ma si viaggiava sempre. Nel periodo estivo, per riuscire a soddisfare le richieste, arrivavo a dormire una media di 2/3 ore a notte.

Non c’erano internet, email, sms, tutto avveniva di persona previa telefonata, con uso di segreteria telefonica per non perdere nessuna chiamata.

Quando aprii uno studio grande (400 mq) a Pesaro, un giorno chiamai gli amici dicendogli che avevo comperato 2 Ferrari. Si trattava di un parco luci-flash Broncolor e appesi al soffitto vi erano due enormi bank radiocomandati che costavano proprio come due Ferrari.

Per chi ho lavorato

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